Taxi: sindacati, il 22 ottobre la categoria si ferma

“È indetto per il prossimo 22 ottobre uno sciopero nazionale del comparto taxi, che si articolerà con l’astensione dal servizio su tutto il territorio nazionale e lo svolgimento di una grande manifestazione a Roma, sotto la sede del Ministero dello Sviluppo Economico per poi proseguire presso il Ministero dei Trasporti”. Lo annunciano i sindacati Ugl Taxi , Federtaxi Cisal , USB Taxi, OR.S.A. Taxi, TAM, SATAM, CLAAI, Unimpresa, FAST CONFSAL TPLNL, ATI Taxi e Associazione Tutela Legale Taxi.

“Nonostante le numerose e reiterate richieste d’incontro inviate ai compatenti Ministeri, ed in particolare al Mit, nessuna risposta è pervenuta alle sollecitazioni avanzate dalle nostre strutture – spiegano i sindacati -. La conclusione del processo di riforma del comparto iniziato verso la fine del 2018, non può essere più rinviato: occorre approvare rapidamente i necessari decreti ministeriali istituitivi del foglio di servizio elettronico per gli operatori del noleggio da rimessa e del Registro Elettronico Nazionale, al fine di contrastare i pesanti fenomeni di abusivismo presenti nel settore. Come indispensabile è anche e soprattutto l’approvazione di una regolamentazione delle piattaforme di intermediazione tecnologica, attraverso uno specifico Dpcm, al fine di contrastare la tracotante invadenza di grandi gruppi digitali che mercificano il lavoro, relegando sempre di più gli operatori in un ruolo do subalternità e sudditanza, attraverso l’acquisizione dei fondamentali di chi abitualmente utilizza il servizio pubblico”. Per i sindacati “tutto ciò non è più tollerabile come inaccettabile appare anche il silenzio del Ministero dei Trasporti, sulla sentenza emessa lo scorso agosto dal Tar Lazio con cui si apre l’intero comparto ad operatori stranieri, a totale danni dei lavoratori italiani. Sentenza che se non sarà impugnata in sede di Consiglio di Stato in breve tempo, passando in giudicato produrrà effetti disastrosi sull’intero mondo del trasporto pubblico non di linea. Per queste motivazioni – concludono- il prossimo 22 ottobre faremo sentire la nostra voce presso le competenti sedi istituzionali”. (ANSA).

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