“Rabbia e indignazione è il sentimento comune espresso dalla Categoria tutta che in queste ore sta leggendo le ultime imbarazzanti rivelazioni dell’inchiesta Uber files pubblicata da L’Espresso. Abbiamo dato incarico ai nostri legali di tutelare gli interessi dell’intera categoria, fiduciosi che la magistratura competente possa far luce su quanto accaduto non solo fino al 2017 ma anche per quanto riguarda il recente ddl Concorrenza.” È quanto dichiarano in una nota le segreterie nazionali di Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Uti, Usb Taxi, Unimpresa, TAM, Claai, Satam, Or.s.a. Taxi, Uritaxi, Fast Confsal, Ati Taxi e Associazione Tutela Legale Taxi.
“Nulla di nuovo per quanto ci riguarda – aggiungono – Abbiamo denunciato fin dall’arrivo in Italia, della multinazionale Uber, la spietata azione di lobby portata avanti con l’appoggio della politica. Le pressioni sono arrivate a sovvertire, in corso di causa, gli esiti processuali della nota vicenda Uber black del 2016 e a cambiare leggi e regolamenti per consentire – alla multinazionale piu volte condannata nel mondo e sconosciuta al fisco italiano – di monopolizzare il settore e bloccare le azioni e i ricorsi che gli erano stati più volte mossi dalle nostre strutture.
Non resteremo a guardare perché siamo fortemente convinti che tali comportamenti non siano solo il frutto di mera e squallida politica liberista portata avanti da alcuni esponenti politici nonché funzionari ministeriali, come, a nostro avviso, lo è stato il recente tentativo, fortunatamente scongiurato, di inserire il settore taxi nel DDL Concorrenza. La misura è colma.
Infine volevamo esprimere un ringraziamento alla redazione de L’Espresso e a tutti i reporter che hanno lavorato all’inchiesta Uber files, perché hanno dato modo all’opinione pubblica alla politica e alle istituzioni di comprendere quale sia la vera lobby che vuole prevalere su una categoria, quella taxi, che da sempre è sotto attacco del capitale e della mala politica”. (ANSA)